In alto la mia banda! (ma questa volta non in altissimo..)

(ovvero del trasformare un insulso finesettimana cittadino in un tempo che finisce col sorriso domenica sera)

E’ sabato.. potrebbe passare così.. fra la noia e il niente e invece, su dai! Si va a far due tirelli a Cravasco! Nella vecchia falesia della Grande di recente richiodata e tirata a lucido!

Così saliamo fra i tornanti della Valverde e con l’occasione, passiamo a salutare i compagni della festa Noterzovalico che venerdì e sabato prossimo ci vedrà più presenti con il Terzo Raduno conviviale di arrampicata.

Da Pontedecimo in su è tutto uno sfacelo di cantieri, da Santa Marta non si passa, al Maglietto ci sono i semafori, dove ti giri ti giri non puoi fare finta che i lavori della Tav locale non stiano devastando ogni monte, fiume o prato che incontrano. Il tutto ovviamente fra l’incazzatura dei residenti e la gioia della ‘ndrangheta..

Comunque quando arriviamo il posto è bello come sempre e frequentato da persone con le quali è piacevole fare chiacchiere fra una salita e una sicura. Esageriamo facendo ben tre tiri (fra cui la storica “voules vouz dancer?” il cui passaggio di 6a mi impone di tirare entrambi i rinvii piazzati nei nuovi fittoni.. alla faccia della tradizione..). Dopo cena in zona e avvistamento di caprioli nel bosco e vicino alla falesia la serata finisce come sempre alla casa del popolo di Isoverde, con l’ultimo giro di birrette al fresco..

Comunque arrampicare in questa estate complicata in cui andare in quota è per alcuni un rammaricato “non posso” e per altri (come me) un sempre acuto “non voglio!”, non è così male!

Ci diamo quindi appuntamento per l’indomani mattina e, per nulla scoraggiati dalla pioviggine che avvolge Genova, all’alba delle 11 e mezza partiamo per raggiungere la misteriosa falesia di Gavi, negli anni descrittaci da molti come “lo zeccaio”..

In realtà queste zecche non le vediamo, ma il luogo non è neppure ameno come ce lo eravamo immaginato con i canetti che sguazzano nelle fresche e limpide acque del Neirone mentre noi arrampichiamo felici e freschi sulle sponde.. Il Neirone è ridotto ad una pozza putrida che per fortuna rimane invisibile e immersa nella boscaglia..

La falesia in compenso è simpatica! Giunti nel settore più appropriato alle nostre forze (su indicazione di forzuti e tatuati local che si gonfiavano sotto gli strapiombi) attacchiamo a scalare con inaspettata vivacità e mettiamo sulle braccia un bel numero di tiri (sì, è vero, sono corti, ma tant’è..).

Così, fra chiacchiere e focaccia, arrampicare e sdraiarsi all’ombra la giornata passa. Siamo così presi bene che non vogliamo farla finire davvero e allora ci organizziamo per raggiungere a cena altri cazzari e microcazzari (ciao Pietro!) a Genova e nell’avvicinamento, come fosse un campo base, ci piazziamo anche una pausa gelato a Voltaggio.

Da Gavi a Voltaggio e poi su per la Bocchetta (chi l’ha vista, perchè in due auto siamo riusciti a fare due strade diverse..) la strada attraversa paesaggi bellissimi, anche questi devastati dai cantieri del Terzo valico e del nuovo metanodotto. Ce la prendiamo comoda e mentre ci rituffiamo dal Passo della Bocchetta o da Praglia giù verso Genova già pensiamo alla Festa del prossimo venerdì e sabato quando potremo ancora una volta dire tutti insieme che noi stiamo con le montagne e che l’Appennino si sale e non si buca. Siamo sereni e soddisfatti anche senza aver fatto nulla di speciale, per questo finesettimana la nostra vetta raggiunta è stata la condivisione di un tempo buono e felice, del nostro territorio e della bella comunità che siamo diventati in questi anni di CAZzeggio.12029804_487775071404359_2336651299143589697_o

 

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