1-2: movimenti del c.a.z. nella festa del Battista

Il simpatico calendario ci regala tre giorni di festa (San Giovanni Battista, patrono della città e festeggiato il 24 Giugno, quest’anno cade di venerdi), l’antipatico meteo prevede una perturbazione su tutto l’arco alpino tra venerdì e sabato. Venerdì però il tempo sembra bello e allora partiamo alla volta del ponente ligure, una via lunga da scegliere in macchina l’obbiettivo di giornata; il c.a.z., è notorio, si trova bene nei bar, indi per cui alle 10 del mattino siamo alla “Scaletta” per la seconda colazione e la consultazone delle guide, decidiamo per una via sulla nord di Perti sopratuto per le temperature, non se ne parla di arrampicare al sole. Chiaramente non trviamo l’attacco della via e allora ingaggiamo “Purchin” via storica e non banalissima (sopratutto per i più arrugginiti di noi) che con tre tiri ed un bellissimo e stretto camino ci porta in vetta.

 

 

Sul viaggio del rientro decidiamo che fare il giorno dopo (si, la programmazione ci piace poco), pare che sul massiccio del Rosa le condizioni meteo siano leggermente migliori. Salire il Castore dalla valle d’Ayas e discenderlo verso il Quintino Sella è il programma. Più ci avviciniamo a Saint Jacques più il cielo si fa scuro, al momento di scendere dalla macchina esplode un temporale, pranziamo in macchina e tra grandine e saette ci rifugiamo in un bar. Sconfortati proviamo a ragionare su alternative valide, dobbiamo camminare 3/4 ore per arrivare al rifugio e piove proprio fortissimo…. Decidiamo di aspettare e dopo un’ora abbondante la pioggia diminuisce, appena saliamo sulla jeep che ci condurrà al Piano di Verra superiore praticamente smette di piovere ed esce addirittura un timido sole, la passaggiata per arrivare al rifugio delle guide d’Ayas è piacevole e c’è un sacco di neve. Ottima cena e a dormire presto.

Ci svegliamo alle 4 ed alle 5 siamo sul ghiacciaio, la giornata si preannuncia splendida, solo qualche nube verso la bassa valle. Giusto qualche minuto per prendere confidenza con picca e ramponi per l’esordiente in quota (bravissimo!!) e partiamo decisi. Poco dopo le 8.30 siamo in vetta felicissimi ed emozionati!! per alcuni è un ritorno, per altri è un esordio per altri ancora è una nausea insopportabile data dalla quota e da una cena troppo abbondante. Scendiamo la cresta fino al colle Felik e, sotto un sole cocente, arriviamo al Quintino Sella. Scendiamo fino alla Bettaforca e poi a Saint Jacques col solito giro di merende, medie chiare paglie e panachè.

No! non torneremo mai presto da una gita….

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