Ritorno in Valsavaranche

Si parte presto, che al pomeriggio promette neve, quindi alle 6.00 tutti in macchina pronti a partire in direzione Pont.

Per le 9,30 attacchiamo il sentiero che ci porterà, 4 ore dopo, al rifugio Vittorio Emanuele II (m. 2735).
La neve è incredibilmente buona e portante, usiamo i ramponi per quasi tutto il tragitto, ciaspole solo per l’ultimo tratto. Insieme a noi salgono soprattutto scialpinisti, il rifugio è pieno di sci appoggiati in ogni angolo e quando arriviamo, puntuale, arriva anche la nevicata prevista.
Dopo un cenetta deliziosa cucinata dal potentissimo fornelletto di D. si va a dormire, ha smesso di nevicare e c’è una stellata mozzafiato. Siamo incerti sull’itinerario del giorno successivo, ci piacerebbe raggiungere la Testa del Grand Etret. In stile Caz della peggior specie non sentiamo le sveglie e ce la prendiamo vergognosamente comoda: colazione alle 7,30 nel rifugio ormai deserto, breve ricognizione in direzione Tresenta, uno sguardo alle pareti nord del Ciarforon e della becca di Monciair e poi dritti alla macchina. Nella discesa ogni nostra invidia si dirige verso gli scialpinisti, che ovviamente ci fanno “mangiare la polvere” scendendo in pochissimo tempo!!!
Nulla di che, ci siamo fatti un giretto, ma è stato emozionante tornare, tre anni dopo, là dove tutto è cominciato: www.antisocial.pro

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